Ten. Par. Emilio They

"farai bene a prestare attenzione a quello che ti dico,visto che la tua primaria fonte ufficiale di informazioni è la rubrica "non tutti sanno che" sulla Settimana Enigmistica" !

queste le perentorie parole rivolte molti anni fa ad una allieva paracadutista dal mitico Emilio They,da qualche parte in giro per il mondo,ispirate da una esperienza di Vita che trovava anche sulle Sue nerborute braccia traccia visiva con numerosi tattoos riportanti innumerevoli brevetti di lancio.

"Emilio They.(Parma, 1939-Milano, 2000) ricercatore e sportivo. Laureato in biologia collaborò con il CNR. Lavorò con il ricercatore Jacques Costeau a Marsiglia. Arruolatosi nella Legione fu incorporato nel 2° REP a Bonifacio in Corsica. Insegnante di educazione fisica a Milano, vinse come allenatore due titoli italiani di football americano"

queste le stringate parole di presentazione del They tratte dal web, le quali dimenticano peraltro i ben quattro anni di servizio come Ufficiale Para' nella FOLGORE.

" Sul letto, immobile e sereno, con indosso la tuta da allenamento, manca solo la bandana da battaglia. Sembra il riposo del guerriero, la pausa prima della battaglia, una delle tante da te combattute nella tua vita degna di un romanzo d’avventura. Eppure non è così, è la tua pira funeraria, il condottiero con l’armatura da guerra che si accinge al suo ultimo viaggio con intorno i suoi fedeli. L’ultimo lancio, l’ultima serie terrena prima di riprendere l’allenamento in cielo. Questo non so non so se avverrà nel paradiso cristiano o nel Walhalla mitologico, non so se le Valchirie ti porteranno nel paradiso degli eroi di Asgard; sono però certo che lassù incontrerai tanti amici che ti hanno preceduto, amici con i quali potrai condividere le tue passioni ed ai quali potrai trasmettere indimenticabili emozioni. In ognuno di noi, ogni volta che saremo in palestra o su di un campo di atletica, oppure mentre faremo lezione a “giovani fertili menti”, sarà presente una parte di te, della tua didattica delle tue “scorbutiche” manie, delle tue tenerissime passioni e dei tuoi avvincenti ricordi……………… ……………………E’ freddo questo giorno di febbraio, metto altra legna sul caminetto eppure il gelo non si placa, è il freddo dato da un senso di solitudine, la solitudine scaturita dalla morte di una persona cara, di un amico, di un punto di riferimento con cui si sono condivisi momenti indimenticabili che hanno scandito una fase importante della mia vita. Chiudo gli occhi e rivedo un cinema di periferia dove si svolge una delle tante gare di sollevamento pesi degli anni 70. Da quel momento ogni mio passo nel campo dello sport è stato mosso vedendo in Emilio They la figura tecnica di riferimento; sul mio primo diploma di istruttore c’è la sua firma ed miei esami è stato dato con lui. Per tutti i tecnici della mia generazione Emilio è una figura coerente che pure senza mai rinunciare alla ricerca e alla ricerca scientifica per oltre 40 anni è rimasto fedele alla passione verso ogni tipo di sport dall’atletica al Body Building, dal Rugby al paracadutismo ecc ecc . Nella cerimonia funebre il capo sezione dei parà ha detto che Emilio era un lupo, capace di vivere ed animare il branco ma che necessitava anche di solitudine e meditazione. Emilio era tutto ed il contrario di tutto, poteva essere antipatico o venerato, in nessun caso indifferente. Emilio per molti parà (ma per tutti gli sportivi che lo hanno conosciuto) ha rappresentato tutto quello che si sarebbe voluto essere e che non abbiamo il coraggio di fare; senza compromessi, senza fare borghese, senza ipocrisia e sudditanza. Il silenzio militare riempie il cimitero di Lambrate, il picchetto d’onore formato da veterani del “Col Moschin” è venuto da tutta Italia solo per te. Il cuore trabocca di emozioni e le lacrime non possono essere trattenute, in molti rimpiangono di non avergli detto tante cose, in molti si accorgono che da Lui hanno imparato sia concetti tecnici ma altrettanti valori umani e artistici. Fra le tante cose che mi hai insegnato ci sono concetti che non mi lasceranno mai, fra questi ricordo sempre ad i miei allievi che “nella vita la teoria senza pratica è una sciocchezza, ma la pratica senza teoria è un’utopia”……..”lo sport è la rapprentazione della vita, occorre imparare che per ottenere occorre dare; ciascuno per ciò che può, ma senza questo sacrificio non c’è miglioramento, non c’è evoluzione”, oppure, per scansare il campo da ogni esagerazione e sdrammatizzare la tensione degli “aspiranti campioni: “ Lo sport è una parte importante della vita ma non è la vita”. Mentre penso a queste cose in tanti prendono la parola per raccontare il loro Emilio, ne esce una figura incredibile che spazia dall’educazione del tuo titolo nobiliare alla carriera militare, dagli studi di biologia, dalla Legione Straniera alle ricerche con il CNR, alla vita passata in grandi capitali europee e alla grande esperienza storica come etruscologo, dalla bravura come organista allo scrittore autore di bellissimi testi sulla mitologia nordica. L’Emilio che non ha mai voluto la patente per l’auto, ha solo quella per la moto (i guerrieri vanno a cavallo…..) ; l’Emilio degli incredibili incidenti a tutte le età (l’ultimo a 63 annI), incidenti in moto, in palestra, in montagna, a cavallo; ogni volta dato per spacciato o per menomato ed ogni volta rinato come l’araba fenice in barba ad ogni diagnosi e qualsiasi statistica. Anche questo ci aveva fatto credere che eri immortale………. La cosa incredibile e che anche chi pensava di conoscerti bene si accorge che in realtà ti aveva solo “scoperto in superficie” e anche i tuoi famigliari sono stupiti di tutte le storie ed aneddoti che vengono raccontate. Personalmente anche io ho voluto “parlarti” e ti ho dedicato dei versi liberamente tratti ed ispirati da “Manuale del guerriero della luce” di Paolo Choelo.
Il guerriero della luce ha in se la scintilla del divino. Il suo destino è quello di stare con gli altri guerrieri, ma ha volte ha il bisogno di praticare solitario ed in meditazione l’arte della spada e della conoscenza. Perciò ,quando è separato dai compagni, s’illumina come una stella che con la sua purezza e la sua coerenza influenza le persone che l’incontrano. Illumina quella parte dell’universo che gli è stata assegnata da esplorare e divulgare, tenta di mostrare galassie e mondi a coloro che vorrebbero guardare il cielo ma ancora non ne sono capaci. La perseveranza e la rettitudine del guerriero saranno premiate. A poco a poco le persone si avvicineranno a lui ed a loro volta capiranno e vorranno diventare guerrieri della luce iniziando a percorrerne la strada. Incontrarlo è un privilegio che avvicina alla verità. La sua potenza entra e vive in tutti coloro che ne suono riusciti ad assorbire l’energia; un’energia che nasce dalla consapevolezza delle debolezze umane e contemporaneamente dalla loro forza. Il guerriero della luce ha appreso che Dio si serve della solitudine per insegnare la convivenza. Si serve della rabbia e del tedio per insegnare l’importanza dell’avventura e delle emozioni. Il guerriero sa anche che il silenzio è un insegnamento sulla responsabilità delle parole; che la malattia fa comprendere il valore della salute e che il fuoco può dare una lezione sull’acqua. Ma, sopra ad ogni altra cosa, sa che la morte si può confondere con la vita, questo perché non c’è vera morte per il guerriero della luce. Ora Emilio, ora ti lasciamo, Il colonnello ha gridato il tuo nome e tutta la brigata ha urlato PRESENTE! Le tue ceneri saranno disperse in volo durante un lancio sul tuo amato appennino tosco-romagnolo. Cercheremo di ricordarti come avresti voluto, nel bar, dopo la cerimonia, ci guardiamo in viso, ti sentiamo presente, sono le 5 del pomeriggio ma ordiniamo una bottiglia, il brindisi per un amico, come ci avevi detto di fare tu, senza tristezza e con l’allegria del sentendosi uniti per sempre uniti da tante passioni comuni. Una volta, durante un viaggio in macchina, mentre il sole tramontava e mi raccontavi incredibili storie, mi hai detto di essere soddisfatto, avevi avuto una vita meravigliosa e neppure per un attimo ti eri annoiato; nella speranza di essere stato utile alle persone che hai incontrato (tu non sai neppure quanto) ti sarebbe dispiaciuto rovinare tutto con una vecchiaia portatrice di invadente pedanteria…. Addio Capitano e maestro, cercherò di mantenere intatto lo spirito e la curiosità senza presunzioni così come hai cercato di trasmettermi."
(Marco Neri)